In questa notte di labbra nude
in cui l’inconsistente leggerezza di brezza
alimenta le soffuse immaginazioni,
chiudo gli occhi
sullo specchio del nome mio
per vestirmi indifeso di velato squilibrio.

E rendo pace alla sana follia
nell’ascolto concitato
del tuo fragile piacere
che cresce in sincronia alle acerbe carezze
immergendomi senza sosta
nell’eccitante silenzio
che aleggia in ogni pazzia
e che la notte alberga
fra le sussurranti strisce di seta.

Senza false maschere
che insidiano l’incontrollabile cammino,
perdersi nel gaudio
e nell’apice trovare il senno
della più totale purezza
per non rimpiangere mai
l’attimo segreto
che nel folle pensiero si mescola.