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Pubblicata il 25/04/2005
‘ O vicchiariello

Cammina ‘o vicchiariello sott’’a luna,
cammina e nun tene chiù a nisciuno,
a quanno è morta pure ‘a mugliera
d’’a vita è rimasto priggiuniero.

Cammina cu ‘na mano ‘ncopp’’o core
pecchè sente cchiù forte ‘stu dolore.
Nun s’aspettava ‘n ata bastunata
à chella morte s’era rassegnato.

Cammina cu l’uocchie russe e appannate,
nisciuno se ferma pe’ dì’: “ch’è stato?”
E lacreme ormai ‘o lavano ‘a faccia
s’assetta ‘nterra, se sente nu straccio.

‘Nterra rimane, aspetta invano
che passa ‘o dulore p’ ‘a morte d’ ‘o cane.


Cammina il vecchietto sotto la luna, cammina e non ha più nessuno, da quando è morta anche la moglie è rimasto prigioniero della vita. Cammina con una mano sul cuore perché sente più forte questo dolore. Non s’aspettava un’altra bastonata, a quella morte si era rassegnato.Cammina con gli occhi rossi e appannati, nessuno si ferma per dire:”Che c’è?” Le lacrime ormai gli lavano il viso, si siede a terra si sente uno straccio.A terra rimane, aspetta invano che passi il dolore
per la morte del cane.
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agonia dell'ultimo affetto..dopo i figli che lo abbandonano..
la moglie che muore...rimane solo con un cane!
come un cane...ma l'amore che offrono questi animali a volte è superiore a quello umano...almeno non ti tradiscono..mai!
ciao poeta dei sentimenti..
roberto

il 25/04/2005 alle 23:07

Si, gli animali se ti amano sono disinteressati,
i figli non sempre lo sono.
Ciao, Grazie, Antonio

il 25/04/2005 alle 23:14

E' molto bella e molto triste, purtroppo. Perchè affronti un tema molto ricorrente: l'abbandono delle persone anziane e la solitudine che le coglie, quando addirittura perdono anche l'affetto e la vicinanza di una compagna o di un compagno.
E tu l'hai fatto usando il dialetto colorito di Napoli, che rende ancora più efficace il concetto della solitudine,
Bravo Antonio.
baci
M.teresa

il 26/04/2005 alle 00:10

E così purtroppo.
Grazie, Ciao, Antonio

il 26/04/2005 alle 00:35

belin se è bellla mi gusta tanto

il 26/04/2005 alle 17:40

Grazie, Ciao Antonio

il 26/04/2005 alle 21:16

io non so scrivere il napoletano, ma lo parlo e lo capisco.... avrei bisogno di più tempo per leggere le sete che trami, ma ahimè ho altro da fare....ma appena posso ti leggo e risento l'eco della mia infanzia passata all'ombra dei limoni con la brezza del golfo di salerno che mi accarezzava i capelli di bambina....marealto

il 28/10/2005 alle 09:09

Ti rigrazio di aver rispolverato questa mia poesia.
A volte dimentico gli scritti, ma i sentimenti sono sempre quelli.
Ciao, Antonio Covino

il 28/10/2005 alle 21:47