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Pubblicata il 16/04/2005
Dimmi di quando

Dimmi di quando ancora ignari
degli sgambetti della vita ai sogni,
il campo da gioco era la strada
e dello scroscio del vento
gli applausi tra i castagni.

Dimmi di quando il dieci e lode a scuola
ci faceva toccare il cielo con un dito,
quando ancora non sospettavamo
che chi avesse avuto le redini in mano,
le gambe avrebbe spezzato gli ideali
già alle prime rampe di scale.

Dimmi di quando messi con le spalle
al muro dalla scelta forzata
se restare prigionieri di un incubo
feudale.
o arruolarsi volontari nelle fila dei
ruffiani,
optammo per un treno di terza classe
quando ancora ignoravamo
che alla nostalgia servissero le ali
e le stampelle al cuore.

Dimmi di quando tornammo
e più non c'era neanche il nulla
di prima,

ma non dirmi ora alla soglia superata
dei sessant'anni
che la vita ottunde asservendoci ogni
giorno un poco,
e nulla è più come prima,
poiché anche se non giunge voce
sospiri di silenziose sommosse
urlano,
forse ancora più di prima.

Solo un ultimo favore:
quando esci pensando, e' solo un vecchio,
non sbattere la porta,grazie.

Firenze 15/04/2005

federi'
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una poesia che ripercorre le tappe della nostra esistenza.Con un ritmo musicale che ripete con frequenza "dimmi di Quando"....immagini nostalgiche ..ma anche di grandi speranze che il sogno giovanile anima i nostri desideri!....poi..con consapevolezza del'età che avanza...l'autore riflette!<" la vita con gli anni offusca la mente!...e nulla è come prima,,poichè anche se non giunge voce sospiri di silenziose sommosse urlano,forse più di prima.>" bella la chiusa finale"Solo un ultimo favore:
quando esci pensando,è solo un vecchio, non sbattere la porta,grazie!".Bravo a te Poetico!. Fai sempre sentire la tua voce....con grinta,passione,sempre quello che pensi!...Vedrai... ti rispetteranno, anche da "vecchio"... Complimenti a te da Dory

il 17/04/2005 alle 08:37