I giorni si divaricano
come le cosce della puttana
all’ultima fermata
della metropolitana
Desideri palafitte
sopra la rabbia dei bassi fondi
che attacca e ruggisce
l’inutile barriera
all’infrangersi del tempo
balordo
Quattro chiacchiere
al bar della stazione
nella notte silenziosa
la passeggiata sull’asfalto
in una tasca
la monetina
e nell’altra
la poesia
Vagabondando tu
nel vecchio vagone
che cigola rotaie
e divora illusioni
mai pago
del troppo fragile presente
per un grande sogno
Ma l’aroma di una promessa
che si scioglie lentamente
è già qualcosa che ti resta.
OLIMPIA