Ho vinto mille battaglie
Io, generale senza macchia
Condottiero di eserciti sterminati
Avezzo alla fanfara e al grido
E alla Gloria mia schiava
Ho insultato il nemico negli occhi
Ho costruito ponti
E distrutto case e famiglie
Ho ammazzato con fiumi di sangue
Ho avanzato senza tremare
Nel deserto e nella neve
Nel sangue e nel dolore
E ho goduto della risata isterica
della disperazione
Ho bevuto dal teschio del nemico
Dalle mani terse di una contadina
Ho mangiato I vermi putridi
Di un morto
E con i guanti candidi
E posate d'oro
L'arancia alla tavola del re
Ma ora di fronte
A questo scontro
Mi ritrovo nudo
Senza possibilità di fuga
Senza la Gloria dell'ultimo assalto.
Questo sentiero solitario
Senza sciabola né feluca
Solo il mio passo incerto
Non più sprezzante
E nessun sorriso maledetto
Esce dai miei denti
E il coperchio si abbassa
Non sento le trombe
E il fuoco e il rimbombo
Della fucilata del cannone
Il rauco urlo.
La bandiera stesa
E la sciabola adornano
Questo legno
Non sento le parole
Non sento più le gambe e le braccia
Non più il cuore pulsare nelle vene.