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Pubblicata il 24/03/2005
Ho viaggiato…
Oltre l’immaginario e poco distante da qui.
Ho visto un uomo…
Come vestiti pochi stracci. Sono stato nella sua casa
Fra le cianfrusaglie e la spazzatura,
l’uomo si chiamava Padre.
Quell’uomo aveva due bambine,
i loro nomi erano Speranza e Vita.
Entrambe avevano un sogno, un sogno in fumo.
Di loro vi parlo: la loro terra era una strada,
il loro credo era la moneta.
La notte la loro fortuna, immerse nell’aria fredda
Le cosce infreddolite, le guance arrossate,
ora rimpiangono le gioie passate.
Come merce nell’ombra…
i loro vestiti il simbolo del vizio umano.
Quanto ho pianto per queste,
il tiranno vezzeggia il loro piccolo corpo,
piangono e urlano, noi più sordi dei sordi e più ciechi dei ciechi.
Ora sono morte e nel cielo sono accolte,
non hanno colpe, ora Dio asciuga le loro lacrime e consola le loro urla.
Noi come prepotenti ci appropriamo del loro corpo,
quante vite ammazzeremo ancora?…
Ora tutti vedranno e tutti sapranno, quando il sole della loro vita calerà
E nel buio della morte ascolteranno finalmente le urla innocenti.
Svegliati bambino, tu che puoi e cambia ciò che si può cambiare…


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