Lo sai che sono morto?
Ancora non te ne sei accorto?
Sono morto già da un po' di tempo, ormai,
prima che tu nascessi.
S'espande l'incenso,
lunga sequela di lenti movimenti,
il sacerdote entra in scena,
signori, tutti attenti,
sta per aver inizio il mio funerale,
la festa divina,
la solenne cerimonia tribale.
Come umili agnelli
avete sperato che il lupo si immolasse,
nella tarda ora attesa
baccanali brindisi dorati
nelle ricche case seriche,
sfrenate note sciamaniche
preludio di un'intensa voluttà.
Avanti, siate sinceri,
quanti di voi eravate al mio funerale?
Quanti di voi volevano far festa?
Stanchi di stare in giro,
coi pensieri sospesi
nel magone di una brezza selvatica.
Menti sagge, brucianti e abbandonate,
così indifferenti, così impettite,
nell'assurdo orgoglio vegetale.
Terra terra terra, ricoprimi,
acqua acqua acqua, risparmiami,
sole, luna, stelle, tenetemi compagnia,
non lasciate questo figlio, solo,
nella malinconia.