PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 17/03/2005
Papà prima di morire ha pensato a me, mi ha lasciato
bestiame, pascoli, capanne e pecore
per ogni mia necessità.
La mattina, prestissimo,
prima che ogni essere della città si svegli,
esco con le pecore,
cappello di buona falda,
larghe para schizzi di cuoio su gli scarponi,
la zucca e la bisaccia a tracolla
e tra le mani il bastone lungo,
come pranzo una crosta di pane
con due cipolle,
e dalla cima della montagna
mi sembra di dominare il mondo.
Da vent’anni non faccio altro
lavoro duramente,
vivo semplice,
a me piace tutto quel che è rozzo,
tutto quel che ha un senso di non curato,
l’Abruzzo è un paese di uomini duri
e tutti d’un pezzo.
Non ho mai avuto voglia di andarmene
io sono inadatto alla città,
non m’importa
del progresso, della mondanità,
non fa niente
se sono condannato a vivere solo,
qui sento di vivere come avrei sempre voluto.
Forse è l’amore per le pecore
che m’hanno ridotto così,
sentirle belare mi piace tanto,
e dopo giorni, settimane, mesi, anni,
anch’io…me..e.e..me..e..e.
Sta tramontando il sole, è ora di tornare a casa
e mettere le amate pecore nel recinto,
saluto le pecore con la tenerezza del saluto
del fidanzato alla fidanzata al momento di separarsi.
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anima candida ....la poesia più vera l'hai scritta tu attraverso questo poema d'amore per la natura e tutto ciò che la sa arricchire.....

il 02/12/2018 alle 13:46