PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 17/03/2005
Sono nato in un piccolo paese dell'Abruzzo, in un lontano giorno di luglio,
da un uomo troppo innamorato delle donne per fare il padre
e da una donna costretta a fare la puttana per non morire di fame.
Povera mamma quanto ha sofferto e come ha pianto.
Diventai un bambino con le idee confuse
e un viso pallido per le troppe seghe,
non ho mai chiesto aiuto per sconfiggere quel vizio tenebroso.
Il tempo della scuola sembra non essere mai passato
forse perché mi hanno cacciato via,
un giorno con la scusa che mi cadde la matita sotto il banco,
con indifferenza mi piegai per terra e vidi il candore delle cosce,
che si allargavano e si richiudevano,
scoprendo a tratti le bianche mutandine
che mi fecero andare fuori di testa,
mi masturbai davanti a tutti con lo sguardo perso nel nulla,
che spavento per la povera insegnante,
paralizzata nella parola e nello sguardo, ci rimase secca.
L’espulsione dalla scuola,
mi cacciarono nell’istituto di rieducazione.
Ora sono colui che speravo di essere, un venditore di vizi,
non sono spilungone, nemmeno bello,
nemmeno fusto, mi distingue la professionalità,
raffinato e esclusivo, vendo trasgressioni per tutte le tasche,
il mio numero sui quotidiani erotici.
L’ultima cliente ha voluto incontrarmi nei corridoi d’un treno,
uno sconosciuto di cui non poteva vedere il volto,
dopo averla spinta in uno scompartimento l’ho presa da dietro
in modo da mantenere il mistero della mia identità,
cambio pelle come mi pare e piace secondo l'occasione,
il travestimento più richiesto è quello da Robin Hood.
Donna se passi al mio paese, fermati,
ti amerò senza guardare la bellezza del tuo viso,
vagherò sulle strade del tuo corpo, raccogliendo
il dolore della pelle, il mio passaggio è valutato cinquecento euro.
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