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Pubblicata il 13/06/2001
Nel posto in cui solitario ricordo la tua bellezza,
i miei son diventati occhi di pittore.
E al vento grido la mia arte,
dipingendoti con la tavolozza del mio cuore.

L’ebbrezza di cui i miei occhi ora son colmi,
lascia nascosta la cornice che vorrei per te.

Può forse esser la luce che dal mio cuor,
il sol geloso ruba?
Può forse esser il canto che dalle labbra tue,
si ode martellando la mia mente?

Niente può esser di tal dignità,
da incorniciare questa creatura.

Tanta è la gioia che i nostri occhi,
ci han regalato per goder di noi.
I miei hanno dato luce al tuo corpo di sì fatta bellezza.
I tuoi, estasiati, hanno ammirato quello che i miei hanno dipinto,
con colori dell’arco celeste.

Il bianco di chiara purezza dona il colore alle tue mani,
il rosso di inteso ardore, mi inebria della tua passione,
il verde dei prati in fiore,
illumina la strada del nostro futuro.

Gli occhi,
i miei occhi,
gli occhi del pittore,
hanno dato vita alla tua beltà
che là pronta era sol per esser disegnata.
E facile è stata la mia arte,
come altrimenti non potevo fare.

Ma è il cuore quello che più sa descriverla,
con parole gridate al vento e lasciate scivolar via
sopra i fogli del più innamorato poeta.
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orribile questo commento decisamente orribile quale pensiero può giudicare un sentire???

il 14/06/2001 alle 08:56

Grazie del giudizio....
ma essendo spontanea, come tu stesso affermi,
può esser lunga o corta, aver troncamenti o meno e può avere voli retorici o pindarici...
perchè è spontanea..
Cmq, grazie!

il 14/06/2001 alle 09:57

Anche a te grazie per il tuo interessamento.
Grazie davvero.
Credo che in effetti poter vivere il nostro "sentire" è decisamente personale.
Approfitto di qst mia risposta per complimentarmi dei tuoi "sentire".

il 14/06/2001 alle 10:08