PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 04/03/2005
Tutti vieniamo al mondo
sul capo a rutilare
l'aura chiara di speranze
come se la realtà
potesse superare
quell'inimmaginabile
giostra di piacere
che pare esserne
l'essenza.


In volti ed in miraggi
ne traspare,
quelle promesse
che dalla terra,come
viole profumate
sembrano spuntare.


(..e con la chiave dorata
dei sogni,nella toppa
della vita paion girare..)


Questa polvere quieta
che furono api e fiori,
il vento degli anni vestito
d'esperienza ,viene
a dissipare,e chiara
ferì gli occhi,
in orrido divampare.


Nulla è nostro.
E che nulla è nostro è vero
lo urla stridendo,il branco
famelico degli inganni,
che noi per primi nutriamo,
scendendoli dalla tundra
gelida e rapace di lupi
ululanti, dove Arcadia
infine, è andata ad abitare.
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fummo polvere e polvere ritorneremo...meno male che nel frattempo siamo anima...ossa e...carne!
e qualsiasi chiave è destinata ad incepparsi nelle soglie del tempo...
pirro

il 04/03/2005 alle 21:27

Che hai letto ultimamente cara amica?
Rievochi poesie antiche greche?
La poesia ha quell'arcano aspetto della miglior Lady e io son qui ad arrovellarmi per capirla a pieno nella sua magnificenza.
Ciaoooo
Cesare

il 05/03/2005 alle 18:49

quello che mi premeva di dire è che ci siamo sentiti inculcare dalla nascita il mito della felicità ( Arcadia)..che nel corso della vita perdiamo sempre più di vista..
Grazie, amigos, olè
Luna

il 07/03/2005 alle 11:09

ho letto Scopenhauer anzi, la millesiam volta riletto- ...e le sue letture mi fanno un certo effatto hahahaha
ma non è indecifrabile, leggi la risposta a Pirro, dai
Grazie
e saludosssss
Lunè

il 07/03/2005 alle 11:15

Nulla è nostro
cuor mio dolcissimo
amato
nelle redini che poniamo
v'è il morso del tempo-cavallo
indomato
e più il fustigar lo facciamo
più impazza pericoloso,
stringere forte le mani
è l'unica difesa all'irrompere
duramente nella terra.

L'artista vede un giardino
con i chiostri di rampicanti
e la musica del cielo
che ne impiomba le vetrate,
un libro di rimandi
che a voce confida all'amico,
io, alla mia sorella
spirituale.

E sempre v'è una porticina
che sconfina il suono di campane
sfiatate su panche secolari
tra quei cipressi di cera abbandonati.
Oh! Arcadia, dov'è lacustre
il dono delle lacrime
l'abito lungo della pace.

il 07/03/2005 alle 15:22