Nella stanza
i pensieri si aggrappano
agli oggetti
come a non voler essere
di troppo
raschiano
scivolano
su impolveriti vetri
di quadri
per fuggire in paesaggi
su tele disegnate
da pittori morti
ai confini
del lunario
e il freddo gelido deride
imbalsamato
un misero scaldino
ultima favilla tremante
del cuore incastrato
nel duro silenzio
La noia che referivo
è infestata di ricordi
e la notte sudicia
lenta, balorda
scuoia con goduria
un'altro brandello di vita
a cottimo su una ruga
Nessun amore
in questa gelida sera
osa introdursi
nel cappio secco
a fine corsa
della mia anima muta