Su un letto di metallo
si gela la schiena,
sanguinante di ricordi
persi nella strada
apro gli ochhi.
Buio,
chiuso,
freddo.
Mi muovo, intrappolato
in un nero sacco
occhi fissi su un proiettile.
Fuoco,
in testa
negli occhi
in testa.
Mi libero strappando
la mi gabbia di pvc
con un calcio apro
la porticina di metallo.
Obitorio,
notte,
io.
Ritorna la strada
come un colpo
sparato in testa
sotto gli sguardi
silenziosi per il terrore,
ritorno io
ormai andato...