PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 19/02/2005
Tic tac,
cannonate di neurotrasmettitori
in una stanza che si estende
per questa città di divini disertori
e qualsiasi spirito offende.
Nelle strade il requiem alla volontà
suonato dalle campane di cazzate
e si diffondo in sibillanti echì di bontà
come melodie trasmesse a rate.
Osservatori muti
relazionatori ciechi
occhi ossuti
nei nuovi aztechi.
Una nebbia purpurea
di sangue nutrita
in eruzione sulfurea
qui si è accanita,
pregate...
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chi è ottuso non vede...chi si nasconde soffre...
questi sono dei miei versi di (MASCHERE BUFFE)leggila si avvicina al tuo testo...un abbraccio freccia

il 20/02/2005 alle 09:39

Gia, hai pienamente ragione, sicuramente ora mi vado a leggere maschere buffe, un saluto,
fallen.

il 20/02/2005 alle 11:43

Quando chiunque scrive una poesia diventa un giudice o santo, giudicando nei versi e distinguendo bene dal male (cmq nel mio caso facciamo santo, heheh) e non ci vedo niente di male e poi quel pregate aveva più il senso di speranza inesistente e possibile da trovare solo in un altro mondo...
ciao ciao,
fallen.

il 20/02/2005 alle 11:49