Il suono di quel "va piano"
era troppo basso, troppo delicato
per tuonare nel tuo casco
ormai frantumato
la tua moto divisa a metà
come il tuo corpo
sviscerato sull'asfalto
avvoltoi di uomini
si gettavano
a vedere il disastro della carne
in roghi di sangue
muto il palo omicida
si poneva
tra gambe e busto
e ascoltava singhiozzante
i pianti dell'anima tua
ululante la vita
strappatata da un giorno
che fine non potrà mai avere