Fasciato stretto il petto
da umori d'assenzio e spine
nel fragore di parole mute,
cade opaco lo sguardo leso
sull'ombra delle cose,
nella luce tremula
di languente fiamma,
che vacilla sulla cera
di ricordi e sogni
o speranze addormentate.
S'atteggia curva,
la piega delle labbra,
nel sorriso ambiguo
d'un fragile tormento,
imperlato da frammenti
di liquide meteore.
Mi piace tutta queta poesia, dalla pancera d'essenzio alle liquide meteore verdi della stessa sostanza, mi sa di una via lattea all'essenzio e allora altro che sorrisi ambigui.
Co rispetto e ammirazione
Millo