Soffia vento, colpiscimi forte
fammi tremare come un germoglio
onde, spingetemi su di uno scoglio
sopra e lontano fino alla morte
e tu marinaio, con gli occhi socchiusi
lascia che il sole ti spinga in fronte
rendi quei raggi flebili e confusi
voltagli le spalle e contempla il monte
e tu marinaio, dalle rughe vissute
lascia che il sole si senta impotente
vedrai, scenderà implorando salute
poi piangerà, senza dire niente
prendilo in braccio e lascialo cadere
e livido e stanco ti seguirà
danzagli intorno, poi non farti vedere
e con pallido arranco ti cercherà
se con lame di ghiaccio lo trafiggerai
sussurra sorridendo quanto vale
se con lo scirocco lo sfiorerai
ricorda di frustarlo con il maestrale
sarà così che si donerà alla sorte
come al vento un logoro aquilone
venderà la sua coda di pavone
solo per avere te come consorte