C'erano giorni
in cui mi ritiravo sulla spiaggia,
come un paguro fa con la conchiglia.
Sedevo sulla riva,
rabbrividivo a tratti per il mare
e sorridevo ai dispettosi spruzzi
che l'onda mi regalava in pieno viso.
Erano giorni molli,
pieni di sogni ed ozio e di risate.
Niente da fare, niente da pensare,
solo raccoglier doni, sassi e pensieri
abbandonati e soli in riva al mare.
Ma crebbi.
Subito, mi pare.
Persi la coda e con essa pinne e voglia
di fare, dire e sedere in solitaria veglia,
accoccolata ad aspettare il mare.
Gambe veloci mi fuggivan sotto,
come se fosse il vento a comandarle.
Arida terra calpestata invano,
mi allontanai dal mare nel deserto.
E quante gente catturò i miei sguardi!
Quanti sorrisi falsi e la passione
data soltanto in prestito per ore...
Quanto tornai alla riva
del sonnolento mare che attendeva,
sporca di aver vissuto
e ricca dei miei fallaci tentativi,
non più conchiglie ad accoglier l'onda,
non più granelli candidi di spiaggia.
Di tanti coralli
con cui avevo costruito i miei sogni
rimaneva solo
l'urlo spezzato di una vita finita.