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Pubblicata il 07/03/2002
Lo custodirò in un cassetto proteggendolo
dall’insostenibile desiderio d’averti
e dalla letizia aspettativa d’incontrarti ancora.

Rimarrò nell’attesa
di una nuova carezza più profumata e soffice di prima
e solo allora il mio cuore tornerà a parlare
regalandoti nuove parentesi,
nuove virgole,
nuovi punti esclamativi,
abbandonando per sempre gli interrogativi.

Lo custodirò nell’antro del tempo
nell’attesa della tua volontà di sorprendermi ancora
lasciando da parte le tue teorie,
affogandoti nelle nostre certezze.

Troppe volte ho già frenato la mia voglia di te
e non è giusto controllare le emozioni incatenandole in gola,
usciranno con la loro veemenza,
non è giusto soffocare la malinconia che nasce dall’amore,
alimenterà una mia lacrima avida di te,
non è giusto cancellare la sofferenza che sorge dall’attesa,
sosterrà altresì il grido ambulante d’un narratore cieco

Affidati a te stessa se a me stesso non t’abbandoni,
io nell’attesa resterò.

Manterrò il mio cuore vivo nel tuo ricordo,
nei nostri abbracci, nelle nostre notti,
nei nostri incontri.








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Non può avere un volto l'oggetto del desiderio,
non può avere un nome lo scopo di una attesa.

Ma il pensiero soffia, nei tuoi occhi sottili, fili d'argento che rimarrano a testimonianza di dolci parole...
e se solo esse rimanessero tali,
avrò il conforto che in ogni attimo della mia vita
potrò allegramente esser fiero d'aver avuto una tua carezza e in compagnia di essa brinderò comunque con una nuova bottiglia...

Taita

il 08/03/2002 alle 09:08