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Pubblicata il 19/01/2005
il baluginar d'Afrodite stella

da una mela di netto divisa

mi pungola di primavere dischiuse,

s'aprono i pori di parallello inferno

un baratro di visioni è

quello sguardo fisso

che mi rende plastica bruciata.

( l'aria m'è acre di cose non dette)

Carne mia,

sei fiore?

Erbaccia da estirpar

come il ricordo acre

del sapore della neve

che ci chiude in casa

inventando chimiche e stratagemmi ?

Sei frutto

o sol foglia secca

che si bea

di necrofilo incanto ?

Chi sei, dimmi ?

Chi è era quel fantasma

che ci ha amato entrambi ?


Non parlare.
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