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Pubblicata il 14/01/2005
Hotel Paradise

Senza legarci
Perché solo lo vogliamo
Io i tuoi occhi te tu le mie labbra
Così ci dicevamo in quel albergo
Senza bagagli, frastornati di noi
Lì o da un’altra parte avrebbe fatto lo stesso
tu non volevi sbagliare mai più
Ed io uno di troppo ne pagavo
I sensi tiranni non sono bastati
A dragarci l’anima
Ad unirci tra membra e sospiri
Averci non possedendoci
Solo perché lo volevamo
Ed io e te non abbiamo saputo volerlo
la ragione sola e ammainata
I sentimenti appesi alla maniglia
“Do not disturb”
spiccioli di indugi sparsi sul pavimento
tra le persiane i primi raggi
un poi senza aver dormito
Lo specchio alla parete ci ributtava indietro
Senza promesse
E senza sorrisi
Uno dopo l’altra, uscendo
In quel corridoio
Di tappeti che sapevano di polvere
Di cappuccini e brioches, di ascensori e neon
Il ticchettio asincrono dei tacchi
Ci finse sicuri di avere chiuso ogni porta.

Anno 1980 lago di Garda
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un amore amaro ci regali
un'illusione polverosa che si vive ugualmente
perché non rimane altro...

complimenti
P

il 14/01/2005 alle 12:15

"take me down
to the paradise city
where the grass is green
and the girls are pretty"

(perdona, ti prego,
la poca pertinenza
del mio commento...)

il 14/01/2005 alle 14:22

Un tentativo che amore non è stato, ma la disillusa ricerca, la cocente amarezza della impossibilità che diventa incapacità di lasciare che i sentimenti abbiano il coraggio di loro stessi...anche quando li si teme.
Grazie
Sergio

il 15/01/2005 alle 08:35

Nulla è poco pertinente quando ci si accosta ai versi, tutto quello che viene scuscitato è pertinente e attinente..
Però i Guns 'n roses io non li conocsco ed ho dovuto scomodare google per sapere chi stavi citando.
Ciao
Zordoz

il 15/01/2005 alle 08:43

nella borsa di lei
scivolo' poi un sapone
con la scritta Hotel Paradise
e a distanza di tempo
lei lo trova e lo ritrova
e lo annusa
e le sue dita lo accarezzano
anche quando sta pensando ad altro
ed è lì..sempre li
a testimoniare
un giorno
un ora
e quel sentire
che non ti stacchi più.

tu parli una lingua
che conosco..
ma quanto la parli bene!

il 16/01/2005 alle 09:12

grazie...
hai ragione, avrei dovuto essere più chiaro ;)

il buon pomeriggio

il 16/01/2005 alle 14:36

Nelle mie di tasche invece è restata solo l'amarezza di un ricordo di essere passato accanto
alla comprensione di un momento di una persona di uno sprazzo di vita e non essere stato capace di coglierlo.
Grazie per le tue parole
Sergio

il 20/01/2005 alle 07:14