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Pubblicata il 10/01/2005
A mare
è questo vibrare
di sabbia, polvere,
stanchezza......
verderame ingressi d'onde
della mia casa.

Amare
un albume di morte
seppia scrivere
nella risacca........
e fantasticare
striate schiume
nel diario del cuore.

-Posso chiederti, mio Dio,
perchè non trovo il mio nome in ciò che amo?-
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forse non lo hai cercato abbastanza..esso è scritto in parole sulphuree su ogni cosa che ti è cara...ricordalo sempre e dimentica il colore triste della seppia
:-)

il 10/01/2005 alle 16:51

è nell'immensità delle cose che a volte cerchiamo le risposte ma è soprattutto nel nostro cuore che risiedono.
Una supplica incantevole, anche forte in alcuni passi, che trova come interlocutore l'immensità del mare.
Bella....

il 10/01/2005 alle 22:55

già......è la morale di quella storiella che ti ho inviato ieri......l'hai letta?

sai sembrava proprio una penna che scriveva l'andare di una seppia morta sulla schiuma della spiaggia......

un abbraccio e grazie della tua riflessione che ricorderò

Valter

il 11/01/2005 alle 09:13

come hai ragione!!!!
Ti confesso che quando mi sento indifeso, come in questi momenti, è facile che rimanga turbato delle parole semplici che mi escono.....mi mettono al muro.Bah!Segreti dell'inconscio!

un abbraccio

Valter

il 11/01/2005 alle 09:18

lo credo bene caro...
Nei momenti di fragilità si rimane colpiti da comuni banalità che si riflettono poi sulla nostra anima libera e pulita del momento.
E' come il cancellino della scuola quello con cui si puliva la lavagna...
una botta di cancellino e tutta la lavagna è pronta (e vergine) per poter essere di nuovo macchiata.
Un caro abbracio valter
marco!

il 11/01/2005 alle 21:23

:-))

il 12/01/2005 alle 08:45