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Pubblicata il 03/01/2005
Se penso a te,
carena d'ossa, la mia barca,
fende luce soltanto
senza abisso per sepellirsi
azzurreggiando zampogna di voce
in bianca nuvola
sfuocando.
Una città vuota è il corpo
inarabile mantello stellato
le pupille
che Primavera ancora muoverà.

Il ferro delle pietre
e grembiuli di fiori
l'anima perpetua
in terre lontane
ad una regina.......

e imbriacata vita m'è
di consolazione.
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La tua ricerca di anfratti di condizioni e stati d'animo
è sottolineata anche dall'uso delle parole e dal loro accostamento a volte stridente. Ne emerge un travaglio di cui solo la sommità dei versi fa intuire l'icesberg sottostante.

Ricambio gli auguri con convinzione
Sergio

il 04/01/2005 alle 08:35

che bel commento mi hai fatto.....ciao!



Valter

il 04/01/2005 alle 22:07