Quando si allungano sull'erba
le ombre degli alberi secolari
trovo una coriacea porta aperta
dove scorrere su percorsi secondari.
Scappano dietro le lanterne
mentre rotola la strada sotto i piedi
in speraze e gioe eterne
che a malapena nella nebbia vedi.
E i cadaveri svaniscono
nei loro purtescenti cimiteri
dove le ossa muggiscono
sprando di trovare nuovi misteri.
E urlo morte, sangue, detonazione
forse per insabbiare la mia maledizione.