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Pubblicata il 24/12/2004
Le quattro stagioni

L’autunno

Il viso di giovane donna nel mattino autunnale
Ha una malinconia per cose distanti, per cose
Un tempo sentite e ora passate.

Sul viale cadon le foglie nel novembre arrivato.
Le vedevo prima, verdi e allegre, amate dal sole.
Le vedo adesso, cadenti a terra e non fanno rumore.
Son fragili e silenziose.

Malinconia, fragilità e silenzio,
Ciò nell’autunno vive.


L’inverno

Mia madre ha sogni di natale.
Mio padre ha speranze riposte
Nel fuoco del camino accesso.
E mia sorella mi parla, mi parla,
Mi parla così tanto che non la finisce più.
Inverno in casa mia, di piccole cose è fatto.
Di una tavola appena imbandita alla sera
E dei pensieri e delle parole più banali e normali.
Nell’inverno scorre la vita così tra gli affetti di sempre
E la semplicità del vivere.


La primavera

Nel giardino di marzo ho raccolto dei fiori.
Li ho raccolti per te che li ami così tanto.
Agli uccelli appena tornati in città
Ho raccomandato di cinguettare
In tuo onore amore mio.
E per te che sei amore leggero,
Ho previsto di costruirti un sogno:
Farti volare nel cielo azzurro che è rinato
In questa primavera, per noi.
E alla sera, nelle ore miti,
Ti porterò al parco degli innamorati,
Dove insieme guarderemo le stelle,
E ci giureremo “ti amo” per l’eternità.




Estate

Nel mare Cinzia, giunonica di forme
e di movenze geometriche e armoniose
gioca con allegria.
L’immenso, chissà perché, non fa
Paura all’uomo nell’estate.


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