Un corvo sopra la mia testa
un burrone di fronte il piedi
uno sguardo che mi detesta
e chiede, implora "cedi, cedi".
Sotto è pronto il banchetto
di demoni, succubi e morti
e di violini un quintetto
che piange delle mie sorti.
Sopra, il cielo è dipinto
del grigio cotonato
del samurai convinto
che espolderà in un boato.
Dietro per me non c'e strada
l'orgoglio l'ha divorata.
Allora io corro e salto
sperando di poter volare
oltre il gelido asfalto
oltre il diabolico altare.
Spada in mano,
occhio insano.