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Pubblicata il 17/12/2004
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IL GIARDINO DELLA VILLA

La balaustra di pietra macchiata dai licheni
corre accompagnata dalla siepe di bosso
fino a colonne sbilenche di un cancello
che da tempo invitano ad entrare,
inchinandosi ai cipressi e ai tigli guardiani,
verso le geometrie incolte e abbandonate
di un giardino dove il lastricato s’intuisce
sotto a coltri di foglie di stagioni passate.

Sulle tonde aiuole dominano finestre cieche
e porte svergolate d’indefinibile colore
tenute assieme da chiodi posticci.
Facciata dall’eleganza ormai sfumata
dove vestigia di colori occhieggiano
tra cretti profondi e intonaci sbrecciati
come belletto incerto e sbavato
sulle rughe di una vecchia signora.

Eppure

non c’è angoscia ne rimpianto
in questo giardino abbandonato
nella luce brillante e smeraldina
filtrata da rami che rinnovano la loro livrea
come la mia mente i ricordi lontani
e i pensieri accarezzati nella quiete
di questa stupenda giornata di primavera.



yama

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buona serata anche a te e grazie per essere passata da qui
un bacio
yama

il 17/12/2004 alle 18:37

Il ricordo che diventa apoteosi e arricchisce e vivifica con quella patina di impercettibile malinconia, nostalgia per ciò che è stato e che ora solo chiodi posticci salvano dal dimenticatoio della frenesia inconsulta che fagocita senza avere la capacità di metabolizzare..
Il tuo modo di scoprire anfratti di luoghi e di percezioni dell'animo è superbo.
Con stima
Sergio

il 18/12/2004 alle 09:11

mi lasci sempre senza parole amico mio
un abbraccio
yama

il 18/12/2004 alle 21:55

Natura e tempo si riappropriano di ciò che appartiene loro per costanza e tenacia, ma non c'è angoscia, no, c'è la quiete di chi osserva la bellezza di ciò che è stato e del suo divenire. Righe altrui, datate a quanto leggo, ma altri occhi e in altri anni possono senza fatica, farle proprie. Così è il narrare, dono mai inutile.

il 21/10/2018 alle 21:05