PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 09/12/2004

Fisso a lungo
quello che sembra
una parola.
Finalmente comprendo:
le lettere appartengono
all'alfabeto della morte.
Cerco di strappare il foglio,
chiudo il coperchio
della bara,
il legno è duttile
come cera
e diventa un relitto.
E' come guardare
in uno sgabuzzino buio.

Torna ancora
il manufatto antico
ed io ho sempre più freddo
nell'analisi dello stupore.

Faccio schioccare le dita,
provo a ballare un flamenco
e m'autorizzo a pensare
che solo i morti riescono
a salvarsi dai barbari.

Scriverò ogni giorno
una parola,
su lapidi incrostate
di innocenza,
mi metterò una mano
sulla testa, estrarrò,
dal cappello in bilico,
vecchie c r o c i
uncinate al palo
della mente d e s p a r e s i d a.

11 marzo 2004
  • Attualmente 0/5 meriti.
0,0/5 meriti (0 voti)

Proprio oggi, nella giornata dedicata ai diritti dell'uomo, ritengo questo tuo bellissimo testo molto adeguato per ricordare....
complimenti per le immagini e il significato evocativo del testo
un caro saluto
MR

il 10/12/2004 alle 21:54

Ciao Maria Rosa. Ti ringrazio della tua benevolenza per questo testo che ho scritto in occasione della strage di Madrid. I diritti dell'uomo... credo siano stati tutti calpestati cara amica ma noi non demordiamo mai. I poeti sono i i veri cantori del popolo, dell'amore, del tormento, delle lotte che non finiscono mai e congiungono le mani storpie dallo scrivere per una preghiera che si perde nello spazio del web o di un libro che non leggerà mai nessuno dei potenti che tirano i fili in questo teatrino di marionette imbottite di oppio mediatico e consumistico. Scusa se mi sono "allungata" troppo ma la ricorrenza merita qualche parola in più. Ti abbraccio

Donatella

il 10/12/2004 alle 23:43