PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 03/12/2004
E mi trucco con maschere antiche per
spogliare il carnevale del viver quotidiano.

Mi incero il viso con il bianco dal
sapor di gesso ed esco, sorridendo,
tra i profili esemplari di persone stordite e
felici...
Osservo e sono scrutato...l'uguaglianza
che ci lega urla, in me, come lo strazio
assordante dei dannati bruciati.

Insulto chi sono...con convinzione estrema
e la vigliaccheria del delegante.
Insulto con ferocia le componenti che
mi creano e che profondamente abiuro
percependole nei mostri che mi toccano.

Mi inoltro tra parole scritte e dette
di funghi pensanti e, travestito da gambo
come sono, posso addentrarmi nei rilassati
e rilassanti pic-nic dei miei simili...
Anelo il dolore, nell'astrusa serenità
che li anima...
Anelo l'arte, la sofferenza, nel ridicolo
e demagogico canto che mettono in scena.

Vorrei uccidervi...e uccidermi,
per lavarmi dalle vene quelle
briciole di gioia cancerogena che vi ha
reso ignobilmente contenti e accontentati.

"Qual'è la tua più grande paura?"
"Che la gente mi veda come io vedo la gente"
Touchè Monsieur Arthur...
  • Attualmente 5/5 meriti.
5,0/5 meriti (1 voti)

"il deragliamento dei sensi" richiede un costo che non è dato sapere o valutare, anche il solo assisterne diviene insostenibile.
Touchè Monsieur HMiller.
Zordoz

il 04/12/2004 alle 11:17