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Pubblicata il 02/12/2004
Viveva nel borgo un bibliotecario
che dipingeva il suo borgo vario;
di sue follie riempiva un diario
per ricordare le agonie e il lento itinerario.
Ma una notte d'inverno al solito orario,
non recitando un solo rosario,
si gettò lesto tra i ferri del binario
e non ebbe neppure il corteo funerario.
Andarono ad occupare l'ultimo ossario
le ceneri senza lapide dello strano bibliotecario;
ma oggi riposa nel mio inventario
la salubre pazzia di quell'uomo immaginario.
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Bello ritrovare rime a primeggiare ...

il 05/12/2004 alle 14:59

ave alle rime!!!

il 07/01/2005 alle 18:34