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Utente eliminato
Pubblicata il 01/12/2004
A mio figlio

Nello stesso attimo
in cui eri piccola goccia di rugiada,
in un mare profondo
ponesti la tua dimora.
Sentii la tua anima
impossessarsi di me.
Nel mio ventre
sentii lievitare il mio corpo
come pane lavorato da mani capaci.
Nove mesi ti ho avuto con me
dondolandoti ridendo,
al mio passo incerto
simile a giostra ambulante.
Vivevamo in simbiosi
in attesa della tua nascita.
…..dolori acuti, ti ho odiato
per un attimo…poi hai deciso
di nascere scegliendo che fare.
Ruotavi veloce alla ricerca
di un uscita …sollievo
pace ,tranquillità…
Mi hanno consegnato un fagottino
rivestito di carne rosata
arrabbiato con il mondo
per la fatica subita.
Viso piccino, rughe profonde
del dolore patito,
occhi già aperti a curiosare:
“che madre avrò mai”…urlavi
la tua disperazione per non essere
più nella tua morbida tana.
Uno sguardo d’amore,
mi hai riconosciuta,
hai deciso che andava bene così.
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i bambini sono gocce di felicità
nel grigio del mondo,
li guardi e ti ritrovo a sorridere
quasi non sapendo il perchè-

Bellissima la tua poesia, molto materna.

il 01/12/2004 alle 17:01

bella la tua poesia su tuo figlio Goccia di rugiada molto sensibile e ben raccontata sei molto dolce e spudoratamente iper protettiva nei riguardi suoi!!!!! sei mitica ti abbraccio affettuasamente elf.

Fc.

il 01/12/2004 alle 17:16

qualsiasi mamma del sito
non può non aver fatto sua,
la tua interpretazione gioiosa e poetica...
dolce, delicata e reale


bacini a te e al tuo piccolo.
pat.

il 01/12/2004 alle 19:02

Quasi senza parole...

Complimenti per l'ultimo verso
e soprattutto per l'immagine della 'morbida tana'...

wow, complimenti!
ciao ciao

il 01/12/2004 alle 19:49

Sono tornata a 18 mesi fa.....e ancora prima, quando la "mia goccia" ha stabilito la sua dimora dentro me. Grazie di questo ricordo, mirabilmente scritto.

Un abbraccio ad entrambi :)

Amarganta

il 02/12/2004 alle 09:05