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Utente eliminato
Pubblicata il 30/11/2004





E' morto Fred, il prete,
con la mano tra le carte
e gli occhi d'inferno
persi tra due cosce
di rimorso:
il prete amava Artemisia,
la suora, Artemisia rubava le maglie,
'arriva Hitler!', così dicevano i malati,
ma i malati non erano veri malati
e stavano lì come le lenzuola del corredo
grigie nell'armadio, erano cose con gli occhi,
e cantavano canzoni napoletane
tra i banchi scuri
della cappella addormentata.
Puzzava la cappella, puzzava di cacio scaduto
e grigie coscienze senza timbro,
luride, luride e gialle
di nausea e desiderio
dimenticato a marcire
in un angolo.
Artemisia baciò Fred, il prete
che morì con la mano tra le carte
e gli occhi d'inferno
a ricordare quelle cosce di pesca, dure e saporite.
Artemisia una volta picchiò David
perché s'appartò con Rita,
Rita era orfana e vedova, ma non era malata,
lì i malati non erano veri malati,
e scoprì Fred, nell'ufficio, una notte,
braghe calate e occhi verso Dio. Rita vide Artemisia. Rita odiava Artemisia.
E Fred scopava con entrambe.
Fred, il prete che morì con la mano tra le carte
parlava come parlano le mummie
e leggeva Manzoni da ormai tre mesi,
e leggeva, leggeva, fermo a pagina 103,
ma lì i malati non erano i veri malati
e cantavano canzoni napoletane
mentre Hitler ridacchiava sotto i baffi
con l'anima sporca
e l'alito nero,
infetto.

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