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Pubblicata il 28/11/2004



Mi presento, senza dirvi il mio nome, in fondo che importanza ha un nome, è solo un rincorrersi di consonanti e vocali legate le une alle altre da un significato che non contemplo e magari a rendere il tutto ancora più inutile ci si aggiunge anche qualche bell’accento di tanto in tanto; un bel nome e un bel cognome sono come un negozio di salumi nel bel mezzo di un oasi desertica o come delle ciabatte infradito che usi in mezzo alla neve.
Dicevo, mi presento – sono una fotografia con un volto di ragazzo appiccicata sul tronco di un albero, a circa 70 – 75 centimetri dal marciapiede e posizionata a un chilometro circa dal primo centro abitato.
E’ da un po’ che sto qui, credo qualche anno e ve ne potrete accorgere dai colori dell’immagine che tendono oramai a sbiadire o forse come la pelle di certi rettili della foresta amazzonica, tendo col mio invecchiare a mimetizzarmi con la corteccia di quest’albero.
Non sono stato sempre una foto chiaramente, un tempo fui gambe che correvano inseguendo un pallone o mani che maneggiavano frenetiche sterzi di biciclette; ma ho avuto una storia breve o almeno corta per quel che concerne il vostro modo di contemplare il tempo dei vivi.
Bhe, penso l’avrete capito, non sono vivo, non sono uno che potreste incontrare al supermercato, davanti alle casse col carrello pieno a seguir la scia della cassiera più veloce, e non sono uno che mandereste a quel paese per un parcheggio rubato in piano centro cittadino.
Sono una foto – ribadisco !! e questo è ciò che vi deve bastare.
Forse alcuni di voi, passando con la propria vettura mi hanno notato, sforzandosi giorno dopo giorno di leggere qualcosa in più sotto la mia immagine; c’è un tizio ad esempio che passa tutti i giorni da queste parti, e lo riconosco più degli altri perché ha un pupazzo di peluche dalla forma di orsetto lillà che ondeggia attaccato sotto il retrovisore…. Ebbene questo tipo, un uomo sulla quarantina circa, con mezzobusto sempre ornato da giacche a costine di colore scuro, camicia bianca e cravatta disegnata con animaletti sempre diversi, questo tipo ad ogni suo passaggio, tenta oramai da anni invano di riuscire a finire la frasetta che in fondo in fondo è la mia giacca a costine e consonanti e la mia cravatta di vocali e virgole. Gira il suo capo verso di me sempre allo stesso punto della strada, aguzza la vista il più possibile, lo vedo scandire dalle labbra la frasetta che mi riguarda eppoi, passa via, con la sua auto senza riuscire a finirla mai e magari con un articolo o una congiunzione in più di volta in volta.
Ci sono altri che invece passano disinvolti, senza degnarmi di uno sguardo, magari ballando sul sedile con lo stereo a bomba che gli sobbalza anche l’ultimo ciuffo ingelatinato della cute o donne che forse per recuperare tempo, s’innamorano dello specchietto retrovisore e dopo aver decorato le labbra con vernici da rimessaggio, fanno smorfie strane con la bocca come se stessero masticando liquirizia con le gengive.
Insomma, mi scuso per la mia curiosità, ma sapete, qui attaccato notte e giorno ad un albero non è che ci siano molte cose da fare, quindi vi osservo, vi riconosco e cerco d’immaginare dove andrete, cosa farete dopo di me e se siete tristi, felici, o semplicemente se vi rendete conto che il sole è di nuovo alto nel cielo.
La notte è meno interessante sotto certi punti di vista, il via vai delle auto si dimezza ed io mi annoio terribilmente; sull’altro lato della strada, anche lui invecchiato dalla ruggine e un po’ barbuto a causa della gramigna che gli sale sul tronco metallico, c’è un segnale di “DARE PRECEDENZA”; non è che sia di tante parole, anzi, non ha mai tradito una singola vocale o chessò, almeno un cigolio dalle sue viti esagonali; insomma niente, è muto dalla nascita, ma a me è simpatico, col suo mento a scucchia e col suo enorme testone a due punte; il tutto arricchito da una barbetta rossa e fine che gli circonda tutta la capa.
C’è poi più avanti quella simpaticona di striscia pedonale, anche lei di un bianco che tende all’avorio, zitta come un pesce e cieca come una talpa, ma gentile, tanto gentile; in fondo ognuno di noi se si sentisse calpestato 24 ore al giorno da tacchi, pneumatici e qualche volta da zampe canine e feline, si lamenterebbe scrollandosi di dosso tutto quel peso; ed invece lei è quieta, fa bene il suo dovere e spezza con la sua tonalità, il grigio e noioso manto dell’asfalto.
Va bene quindi, di tempo ne ho come potrete intuire, gli amici non mi mancano ed i vostri visi offrono molto di più di un televisore a 99 canali.
Se potessi parlare all’uomo in giacca a costine di colore scuro, gli leggerei quello che sta scritto sotto di me. Ogni tanto lo rileggo dopo la pioggia, grazie al riverbero di alcune pozze d’acqua e con l’occasione mi specchio anch’io e mi vedo giovane come ero, in un tempo in cui avevo piedi per passeggiare di notte e mani che sfioravano, come si sfiora un’arpa, i delicati capelli lisci e morbidi della mia amata.
Mio caro inconsapevole amico, ripassando di qua, aguzza l’orecchio e non la vista stavolta perché ho da dirti queste parole: “ ASPETTO DI RINASCERE UNA NUOVA VOLTA; FOSSI AQUILA, DELFINO, PULCE O PRATO VERDE DI UNA COLLINA. ASPETTO DI RISENTIRE IL FREDDO DELL’INVERNO, LA BREZZA DEL MARE, IL PROFUMO DELLA TERRA E DI FRUGARE NEL TEMPO CHE MI SARA’ DATO, ALLA RICERCA DI OGNI SINGOLA EMOZIONE. ASPETTO DI CRESCERE , DI CORRERE, DI SVEGLIARMI E DI DORMIRE UN PO’ DI PIU’ STAVOLTA; ASPETTO……DI AMARE ALLO STESSO MODO, QUANDO DI NUOVO ACCADRA’, QUESTO GRANDE MIRACOLO CHE E’ LA VITA”.
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caro sem...un poeta e' sempre ..un poeta!
e la tua prosa perfetta..conserva il tuo lirismo poetico.
Bella l'intuizione del soggetto,elegante la costruzione:commovente,senza forzature,il tutto. bravissimo

il 28/11/2004 alle 22:04

Ho cercato inutilmente le parole per commentare questa emozionante tristezza che vela il tuo tuo scritto finemente doloroso, molto bella.
Buonanottedistelle...

il 29/11/2004 alle 02:44

mi piace leggerlo come un canto d'Amore e di speranza il tuo proclama,
un inno alla vita, intensa , sempre.....

il 29/11/2004 alle 09:07

Ti ringrazio.... sei molto gentile.
Ti saluto a mio modo, augurandoti una buona vita.

il 29/11/2004 alle 14:15

Grazie spazioimmenso.... sei gentile.
Un grande saluto... che ti arrivi nell'oltreverso che osservi.

il 29/11/2004 alle 14:17

che dire... la tua gentilezza mi rende felice.
Poche parole.. ed un saluto sincero. ciao Ilanto

il 29/11/2004 alle 14:20

che dire... la tua gentilezza mi rende felice.
Poche parole.. ed un saluto sincero. ciao Ilanto

il 29/11/2004 alle 14:22