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Pubblicata il 27/02/2002
Rune di fuoco sulla spada nera
si accendon di vita sintetica,
rubando le anime dei dannati
che la vita han perduto, trafitti
dalla mia lama nell'orrendo gioco
di cui siamo pedine immortali,
nelle mani dei Signori del Chaos
e dei Principi Bianchi della Legge.

I miei albini capelli frustano
l'aria mentre cavalco il mio drago
fra mondi infuocati, sopra gli abissi,
in cieli ghiacciati di lune morte,
la spada nera travolge le orde
mostruose del male spezzando vite
all'urlo bestiale che mi travolge:
"Sangue e anime, per il mio Signore
Arioch"
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Dalla parte dei cattivi di turno, con parole apocalittiche ed esplosive, terrorizzanti ed implacabili nel tempo, così come eterna è la lotta tra Bene e Male.
Bella ed efficace, costruita con un discreto rigore che dà un tono quasi sacrale(in due ottave endecasillabi non canoniche e con un "traboccamento" finale di verso anch'esso d'effetto).
Sarò infantile, ma come ti dicevo il genere fantasy mi fa volare sulle ali del sogno come pochi tipi di letteratura. Non è solo fiaba, tragedia e poema, ma un parallelo inquietante con la realtà che non lascia indifferente alcun lettore.
Ciao e complimenti,Axel
Dario

il 28/02/2002 alle 02:26

Grazie Dario, immaginavo che questa poesia poteva interessarti per il genere fantasy (è dedicata ad Elric di Melniboné, un personaggio alternativo a Conan, che mi è piaciuto moltissimo), ed hai ragione sul parallelismo inquietante con la realtà... chi ci dice che mentre noi siamo qui seduti tranquilli ad una scrivania, non ci siano eroi del multiverso che stanno combattendo un'epica battaglia eterna per il bene o per il male?
Ciao e grazie per l'apprezzamento
Axel

il 28/02/2002 alle 10:10