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Pubblicata il 23/11/2004
Rifugiato in una carcasssa malata
aspetto che la mia cella di veleno
si dissolva in un acquitrino
dove gli anfibi siano lieti
di accettare il mio viscoso destino.
Lavo l'oscurità dalla mia mente
ma rimane attaccata
come una colla di catrame
al capo incenerito dalle spine
che iniettano l'antidoti
alla pace.
Schiacciato in una pressa
non trovo le forze di dimenarmi
di fronte all'evidenza
dell'inutilità del gesto.
Che rimane,
cadere?
Sprofondare?
aspettare una fine inevitabile?
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poesia bellissima!!!!i primi cinque versi poi sono assolutamente divini..e riguardo lo sprofondare, io mi lascerei cadere giù..magari arrivi in un posto più bello che non avresti mai avuto il coraggio di immaginare..complimenti anche per l'altra poesia..
strange

il 24/11/2004 alle 14:17

Grazie mille, eh be forse hai ragione alla fine forse sotto troverò qulcosa, chissà.

Un saluto,
fallen

il 24/11/2004 alle 19:49

piaciuta

il 01/10/2023 alle 12:05