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Pubblicata il 22/11/2004
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LA PANCHINA SUL LAGO

La panchina sul lago
sotto al tiglio
quello con la corteccia incisa di fresco
da giovani cuori.
Un vecchio
si chiede se è cataratta
o foschia ad offuscare la vista
del vapore delle 16:00
che candido lascia la sua scia
come cigno gigante
sulle acque piatte.

Le dita nodose cercano
il pane vecchio
nella tasca slabbrata della giacca
mentre intorno si fanno le oche
come ogni sera
per le solite quattro chiacchiere.
“Vi ricordate di Anna – chiede –
quando qui passeggiava sul lungo lago
col suo vestito bianco come la neve
e la treccia nera sulla spalla?”

Gli occhi alza al cielo
verso quelle nubi pesanti, grevi
come gli anni trascorsi nella solitudine.
Annusa l’aria, ma ancora è presto
per avvertire l’odore dell’inverno

quello vero

perché il suo è ormai quasi finito.

“Anna, amore mio,
quanto tempo ci separa ancora?”



yama

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è una poesia dolcissima.. tenera.. e nel modo in cui l'hai scritta sembra quasi una favola.. una di quelle favole d'amore diventate molto rare....
e poi l'ambiente in cui si svolge.. nel meraviglioso fascino che solo il lago può dare fa da stupendo contorno a questa fiaba d'amore..
un saluto Any

il 22/11/2004 alle 20:47

grazie guido, un saluto caro
yama

il 23/11/2004 alle 00:00

ciaoooooooooooooooooooooooooooooo!
qual buon vento :-))
un bacio
yama

il 23/11/2004 alle 00:01

grazie any, un saluto caro
yama

il 23/11/2004 alle 00:03

Nel modo in cui osservi l tuo mondo e in quello sempre misurato ed accorto in cui i tuoi versi riescono atratteggiarne i contorni c'e' la tua grande ricchezza.
Leggerti è percezione sottile....
Ciao
Sergio

il 23/11/2004 alle 08:58

sergio carissimo, ciaoooo e grazie
un salutone
yama

il 23/11/2004 alle 15:46

un bel e ben tornato, Yama
saludosssss
Luna

il 23/11/2004 alle 16:26

ciao milady, grazie, ma io non sono mai antato via :-(
un bacio
yama

il 24/11/2004 alle 11:48