Più sperimentazione che altro. (prosa horror)

Veleno (2)

Della vedova nera Il veleno entra
ghiacciando il sange, lento,
mentre 12 occhi scrutano
il momento giusto
per conservami cibo
che da lame affilate
come rasoio pelle
e nervi taglieranno
ed il tutto mio, sciolto, sarà inghiottito.
Interessata una filaria dell' uomo
inserisce le sue larve
che mangiandoti
all' interno porteranno a
putrefazione il corpo
che gia le tarantole mantengono
in sospesa animazione.
Mentre lussuregiante una strana
foresta grida i suoi suoni acuti
ed i vegetali sghignazzano
mossi da pioggia di monsoni.
Vedo la mia schiena che in necrosi
rilascia sangue subito bevuto
dalle formiche carnivore
e dai vermi e dalle larve
che sotto l' epidermide
si nutrono del mio intreno
mentre sono ancor vivo.
Paralizzato a mezz' aria
aspetto che mi trovino, che mi liberino, dal letal veleno
mentre non riesco più a muovermi.
Allor penso che anche
l' oltre umano mi ha scordato;
forse dovrò star qui ad attendere sempre
la mia sorte fino a consumazione;
in questa zona neutra ove non esiste nulla
salvo i cacciatori di teste mangiatori
di carne umana...cannibali da sempre...
residui d' un popolo or regredito
e deforme che padrone era, negli antichi secoli,
di tutte le forze della natura
e chiamava se stesso civilizzato,
finchè il sole divenne rosso di rabbia
e l'energia della luce si ritiro' in se stessa.
Ed io qui nell' atroce dolore
che mente lascia libera
aspetto il salvatore fuggito in navi galattiche
dall' orrore disse: torneremmo a salvarti
ma son secoli fa' e la memoria m' inganna
mentre aspetto la fine ... una qualunque fine..._