Si fonde nel piombo
chi mi ha posseduta
nei giochi della notte
inondando d'acqua
che non bagna e non disseta
gli spettri muti,
castigati al ristoro lontano.
Dura la crosta del pane
che costringe le dita
a spezzare parole morte
in mille rughe di terreno,
quando un monte nasce
all'istante e più non serve
lo scudo o la spada.
I figli appesi ai miei fianchi
pregano miele alla rupe,
inventano olio alla roccia:
araldi di nuovi sepolcri,
convulsi alle foglie
di arbusti materni.