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Pubblicata il 13/11/2004
Mi rattrista come un'offesa
la siepe di cipressi
con le cime incancrenite
dalla tigna del silenzio.

C'è in questo posto
una volontà oscura, cerco
Chi mi ha sempre protetta,
lo vedo capovolto
nella nebbia colorata
di sprechi e di perdite.

In giro: un pubblico incerto
che cerco di corteggiare
in simboli al perpetuo.
Penso al peso della terra
che non è copia di cielo
nè letizia fredda,
nè luce che discende nella città
di fango.

Partecipo al paesaggio cosmico
senza esistere troppo:
cerco l'identico nel dissimile
che mi conduca fino ai limiti
del mio p e n s a b i l e.

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