Fratello
Fratello, che muori tutti i giorni sulla strada
per il poco che non hai,
quante volte non ti è stato detto: fratello.
Fratello, che vivi nelle carceri
a espiare le tue colpe e che piangi per il dolore arrecato
e chiedi perdono, quante volte non ti è stato detto: fratello.
Fratello, che vai in guerra ad uccidere i tuoi simili
e per essere ucciso,
quante volte non ti è stato detto: fratello.
Fratello che vivi senza patria e libertà
e che ti è rimasta solo la tua dignità di uomo,
quante volte non ti è stato detto: fratello.
Fratello che vivi nel letto d’ospedale ,
che predichi con umiltà e sofferenza,
quante volte non ti è stato detto: fratello.
Fratelli, che con i vostri occhi di sofferenza
sapete coprire d’amore le anime nude
senza amore,
ditemi quante volte non vi è stato detto:fratello.
Ma sono ogni giorno in mezzo a voi
e mi stringo a voi in un abbraccio d’affetto.
E allora basta dire una sola volta: fratello!
Parola familiare nel dolore.
La nostra umanità
Ha in testa un cappello,
tra le mani un bastone.
E si siede tutti i giorni su una panca.
Con sguardo sereno
t’invita a parlare con lui.
Mi dice sempre di se
che sulle sue mani porta
i segni di ieri.
Mi chiede di stringergli le mani.
Sai -mi dice- questa stretta di mani
è un atto di fratellanza alla mia vita.
E così mi pongo una domanda:
che cos’è che abbiamo in comune
io e questo simpatico, vecchio amico?
Ma lui con voce saggia mi risponde:
la nostra fragile, stupenda, intensa umanità.