Sulle due corde,
appese al cielo,
sbiancano le sue nocche
raggelando il sogno.
L’immobile asse fatica
quel peso a sopportare,
tante son le pietre
dentro di lei accumulate,
come un’esistenza
che più non le appartiene.
Basso, il suo sguardo,
lascia scivolar le lacrime
sopra jeans immacolati.
Altre mani d’improvviso
quell’altalena afferrano.
Cigolando,
il dondolio prende vita.
Lei incredula si volta
senza nulla vedere.
Qualcuno verso l’alto
la sta spingendo,
l’azzurro dimenticato
va a sfiorare con gli occhi.
Ora di gioia sta urlando,
il pianto ha ceduto il passo
ad un radioso sorriso
segregato da tempo.
Ora lei sa che un pensiero,
sospinto da un vento lontano,
può farla volteggiare
tramutandola in farfalla.
Saby 2004