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Pubblicata il 11/11/2004
Ti manco

Anch'io mi manco
ed a quel me manca
manchi tanto, tu,
un tanto che non è mai troppo
che riempie misure di nostalgia e di tristezza
mai colme eppure riempite sino all'orlo delle ciglia
di tenerezza e di sensazione di te
quella sensazione che mai come ora
stringo tra le mani e che sento vedo avanzare
tra nuvole di pioggia e luci di tramonti
tanto veri da sembrare dipinti da numi
perversi di malefiche arti
eppure cosi veri in questo scorcio di piogge autunnali
da disarmare anche la più agguerrita rinuncia.
Mi manchi e mi manco e mi manca
non potertelo confessare
con le labbra che confessano labbra,
di colpe non commesse eppure espiate
goccia a goccia e celate alla ragione
dall'anima.
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Di un'intimità appassionata e dolente, che la tua caratteristica scelta lessicale e di ritmo rende assai viva e malinconica. Eppure, nonostante l'umano limite, che scuote, scava e disossa, può essere gioia il solo "sentire".
Un saluto caro Sergio.
Max

il 11/11/2004 alle 10:53

davvero bella..tutta..ma penso che la cosa che ma ha colpito di più sia il verso< anch'io mi manco>..
per com'è il mio stato d'animo ci faccio entrare molte cose..bacio
strange

il 11/11/2004 alle 12:24

.. .particolarmente sfaccettata...prezioso cristallo di significati che riflette in intriganti giochi di parole un malessere interiore continuamente rivisitato nel suo significato...
Un gioiellino!
Hola
Marco

il 11/11/2004 alle 13:50

Caro Max
come sempre i tuoi preziosi commenti mi fanno enorme piacere oltre che per la forma sempre curata e pregievole per la profondità di lettura di cui ne sono immancabile testimone.
Grazie
Sergio

il 15/11/2004 alle 08:47

Ti ringrazio io Chiara per quel tuo incipit che dimostra l'acutezza della tua lettura andando a battere dove più aggrovigliata è l'amarezza...
Grazie
Sergio

il 15/11/2004 alle 08:50

Strange
mancare a se stessi è maniera più dolorosa che conosco per difendersi, ma ahimè spesso è l'unica che riusciamo a contapporre ad escogitare.
Ciao
Zordoz

il 15/11/2004 alle 08:53

Ti ringrazio Marco per l'attenta lettura che va oltre il metro ed il lessico per raggiugere la sorgente del sentire.
Grazie Sergio

il 15/11/2004 alle 08:59

Nessun verso è mai dimenticato, Gail, nemmeno quelli che non si ricordano più, restano vividi ed è questo il loro incanto, dentro lo scrigno del loro tempo riposano intatti e pronti a vivificare di nuovo le emozioni di sui cono l'epressione. Il sentimento che è alla base di questo componimento è inespresso, un amore che ha il compito e la condanna di restare acerbo e di quell'agro vestirne l'impossibile e il rauco canto. UN amore che ancora prima di diventare frutto già espia la suo colpa di essere e di non poterlo appieno. grazie per la tua lettura sergio

il 11/02/2013 alle 05:53