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Pubblicata il 09/11/2004



Son grigie le sbarre
di metallo brunito
in questa galera
e di passi rabbiosi
misuro i contorni
stretti confini
che non so superare

Spossato
afferro le sbarre
e m'aggrappo
al lembo di mondo
che vedo
là fuori

mentre lassù
un falco
volteggia nell'aria
Sale, sale
e libero
si lascia cadere

Frustrata impotenza
mi coglie
ed una lacrima fugge
tra le mie ciglia
Tendo una mano
a cogliere
un raggio di sole

...e " loro "
là fuori, ridono

ridono e lanciano
noccioline.



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I commenti non fan per me, ma questa poesia mi è piaciuta particolarmente...

Un saluto
Fra

il 09/11/2004 alle 15:37

Ho pianto su questa poesia...in essa vedo riflessa la mia vita......una prigione senza alcuna via d'uscita.....GABRIELA.

il 09/11/2004 alle 16:54

...e chi per una volta nella vita non si è sentito in gabbia ?
E non ha visto il mondo con gli occhi di una scimmia ?

Grazie
L.

il 09/11/2004 alle 23:24

...a volte è un destino di molti, cara Gabry, quella prigione.
Come stai ? E' da molto che non mi telefoni più, ed io ho perso il tuo

Ciao
Luigi / azl90

il 09/11/2004 alle 23:33

Tesorino, se invece della bara lo mettessi sulla terra nuda ?
Vincerà la parte che vuol andare avanti
Non vorrai deludermi spero....

bacini

L.

il 09/11/2004 alle 23:35

ma dai Gigi!!!..le gabbie si aprono con i raggi di sole...e a rte petali di fiori, non noccioline..capito???
pdv

il 10/11/2004 alle 11:03