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Pubblicata il 04/11/2004

Io vivo questo, come ulteriore riflesso di noi
non dico che mi basta
E non voglio che tu te lo faccia bastare,
l'ultima cosa che voglio e che il tuo orgoglio
il tuo amore per te per me
per tutto quello che fai e che ti circonda
debba accontentarsi di lasciarsi consumare dalla stanchezza.
Io dal canto mio chiudo porte
si, porte e finestre
e tiro tende scure sulla luce
per impigliare i ricordi,
con la necessità composta e silenziosa
che ho, che un poi, dopo,
riaprendo porte e finestre
quando sarà quando, potrò,
troverò ancora tracce,
di quello che vi ho riposto
con speranza
e che anche dalla luce e dal buio ho difeso,
ed anche da me e dalla voglia di gettare chiave
e spegnere il lume dell’attesa.
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Spiegare dei versi... l'unico modo penso che sia quello di scriverne altri...come tentare di descrivere il mare o il vento senza corre il rischio di sminuirli.
Non c'e' rassegnazione in questi versi, ma la presa d'atto che ci sono passaggi della vita e nei sentimenti che devono essere compresi nella loro complessità, compresi non accettati, e che nella reazione a questa complessità è racchiuso il significato alto e inesprimibile forse diversamente con le parole.
Grazie
Sergio

il 08/11/2004 alle 09:11