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Utente eliminato
Pubblicata il 23/02/2002
La causa del disastro: un sorriso indefinito,
c’era un elefante che si lavava le orecchie dentro un negozio di lampadari,
una giraffa cercava di raggiungere il piano terra dentro un ascensore
e un gruppo di scimmie volava gettando a terra bucce di banana.
io ero un topo, grossi denti senza labbra,
lei era molto grafica, stilizzata con il gesso.
cercavo la tana per l’inverno, mentre tutti si chiedevano chi fossi.
per te ero solo uno stronzo, la prima impressione è il DNA della gente.
avevi difeso il territorio ed io avevo stretto l’espressione,
un odio così secco non me l’ero mai aspettato, mai provato,
due lastre di ghiaccio che si incollano fondendo.
penso che l’antidoto si faccia con il veleno
e io ne ho bevuto due pinte, ma non sputato dalla bocca,
era uscito come lacrime.
le mie ghiandole non erano ancora nate,
ti ho colpita con il fiato con le note della voce.
e c’era una volpe che chiedeva l’elemosina alla gente sulle strisce pedonali,
un gorilla senza mani che serviva hamburger di gorilla
e un gruppo di scimmie volava gettando a terra bucce di banana.
da topo a coccodrillo, pelle dura, lunga bocca, lamenti inutili e coda sulla schiena,
ero un bambino e tutti mi usavano per crescere, e li mangiavo a bocca piena.
stavo costruendo il mio cervello, con i pezzi incastrati fra le zanne,
ma le parti che ancora non erano complete,
erano quelle che comandavano tutto il resto.
c’era un serpente che si provava un paio di stivali in una macelleria,
un pesce palla che saliva le scale di una chiesa
e un caribù che scivolava sulle bucce di banana.
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