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Pubblicata il 31/10/2004
A FEDERICA


O Tu, mio piccolo cuore,
se avrai tempo,
chissà,
forse un giorno,
leggerai queste righe per te.


Ho nel cuore migliaia di cose
che sento, che ho dentro da dire.

E io sogno:


camminiamo per strada,
ci teniamo per mano
e c'è musica in fondo, nel viale
ed è musica dolce, che viene da dentro.


E' da un po' che respiro quest'aria
che sa tanto di me, di quand'ero bambino
di quando ero te.


Tu mi guardi con gli occhi assonnati;
non sai, non riesci a sentire
che coi fiati sussurra il mio cuore,
con le corde di viola ti tendo la mano,
non senti quel dolce sapore nell'aria
e c'è il vento che dà un alibi
ai miei lontani occhi appannati,
e i sospiri si fan densi nel freddo mattino:
mi guardi un po' triste e mi chiedi se son arrabbiato.

O Tu, mio piccolo cuore
Tu non sai cos'è il vuoto
che s'invola nel cuore la notte.

Tu ti chiedi impaurito
se qualcosa va storto lì fuori
mentre qui,
dentro,
c'è il buio, il silenzio.

Grazie al cielo ti stringo la mano
e sento il tuo mondo entrare nel mio,
e c'è luce nel bosco incantato
dove maghi e folletti ti reggono il cuore.

Tu mi guardi negli occhi e sorridi,
par quasi che ascolti ciò che arriva da dentro.

Quando invece son solo
conto i giorni all'indietro e ne faccio colore
e sospiro nel sonno
dei giorni passati nel buio.


Io che, in fondo,
sono un cuore contento,
non fuggo dal dolce rollìo
dal lasciarmi portare un po' via
dalla marea dei ricordi,
dalle onde dei giorni felici,
dalle tempeste dei giorni sbagliati.


Io guardo indietro, sempre,
consapevole dei mille sobbalzi
che il mio cuore dovrà sopportare
per superare le ansie nascoste tra tanti ricordi.

A volte adoro
il camminare lento nella sera
col fiato sospeso nel vuoto,
e le dolci melodie
che accompagnano
stupendi ricordi
e i miei passi incontro all'imbrunire.

Certe notti
si gonfian di sonno
e la musica se ne va lentamente,
e m'immergo nel caldo tepore
e mi cullo di cari pensieri, di gente lontana.........
momenti passati.

E il tuo respiro,
sempre lì,
una certezza,
come un'ancora mi salva dal naufragio

e passano le ore, lente, inesorabili.

Poi la musica ritorna, mi scioglie il cuore,
mi tornano i contorni un po' sfumati
dei canti in allegria, dei mille ruzzoloni,
del sole e della strada.

Ogni volta che sento quelle voci,
che vedo quei colori,
vorrei tanto che anche tu,
piccolo cuore mio,
trovassi nel tuo mondo
quel che ho scoperto io,
con le stesse voci, gli stessi colori, gli stessi profumi,
vorrei tanto che quel mondo
fosse sempre con te.

Ma in fondo è sogno vano,
vivrai per la tua strada,
con le sue promesse ed ogni suo respiro.


Avrai come compagni i tuoi colori, i tuoi profumi
e niente mai di ciò che è stato
potrà mai scalfire i passi tuoi.


Firenze 31/10/2004

Nonno Filuk

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