Ora, solo ora capisco quanto una briciola di te possa saziarmi per così tanto tempo. Sono oramai maestro nel centellinare il sapore che le tue labbra lasciano sulle mie quando, interdetto, rimango lì a vivere nella speranza del prossimo granello d’amore.
Ma non è sofferenza.
Non è più un sofferenza da quando capii che quella “strana situazione” che valutavo sfortunata in realtà non era che la cosa più bella che mai mi fosse mai capitata. E continua ad esserlo.
Mi sforzo a credere di poter in qualche modo essere degno di vivere all’ ombra della tua immagine.
La stessa ombra nella quale giaccio da tempo sapendo che la sola luce di cui necessito è la stessa che filtra attraverso i tuoi occhi quando voltandoti per un attimo mi nutri nella mia effimera speranza.
“Preferisco questo piuttosto che non averti” dissi un giorno, forse sbagliando, perché è da codardi passare per vittima quando non esiste ragione alcuna per esserla.
L’ Amore non crea mai vittime ma uomini eletti dalla sorte nell’ essere posti al contatto con il sentimento “madre” della nostra esistenza.
E la nobiltà di tale sensazione d’animo forse giustifica(o voglio solo crederlo) tutti i miei passi falsi al solo scopo di sentirti più vicina di quello che invece potrà mai essere.
Ma non importa se la distanza tra noi rimarrà per sempre quella, perché ancora adesso, specchiandomi in quegl’ occhi troppo grandi, abbasso il mio sguardo prostrandomi felice alla tua vastità.
E ringrazio Dio di avermi dato solo la centesima parte di te, perché il mio cuore già tanto gonfio d’amore non avrebbe retto ad una briciola di più…