PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 20/10/2004
Ero pianta.
Ero mare..ero luna.


Ho vissuto molto,
o poco?


Ho camminato,
e camminato...
e camminando
sono caduta...
ed ho sentito
tanto male
rialzandomi...


Ero pianta. Ero mare..
ero luna.


I miei usignoli
li ho lasciati
tutti volare
chiusi nella gabbia
della mia mente,
non volevano
più cantare...


La tristezza è come
una bianca pietra,
che la pioggia lava,
e lieve, sul cuore
si posa....


Ero pianta, ero mare...
ero rosa.
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"Fui pianta
e venne un vento forte
e mi sradicò
e allora fui pietra
ancorata nel mare
scoglio
bianco di sale
dove la luna
di notte
riflette se stessa
e canta
la dolce canzone
dell'abbandono... "

Una poesia splendida, come tutte le tue, una metafora dolceamara del nostro essere uomini.
Un bacio grande a te, dall'hidalgo.
Miguel-hidalgo-de-la-luna.

il 20/10/2004 alle 16:23

sinceramente mi sembra d'averla già letta, comunque è una bella ballata dove il senso d'identificazione con la natura si sposa con sentimenti interiori sofferti, quel "ero" che si ripete ricalca maggiormente questa sensazione di un passato che non torna più anche se l'immedesimazione con la natura stessa avviene comunque, diversa è la collocazione spirituale, l'anima è maturata, quella ingenuità/semplicità che caratterizza appunto il passato fatica a determinarsi con la stessa intensità. Difficile è scindere l'esperienze dalle osservazioni dell'anima stessa, difficilissimo è passare "il guardiano della soglia" che è la personalità reale, concreta, terrena, quasi impossibile è "bilocare" lo spirito nelle assemblee delle creature di mondi, impossibile è ascoltare quando non si prova se stessi. L'ultima strofa è capitale, è il bandolo della matassa laddove nell'accettazione di ciò che ci battaglia il cuore permane come un sasso puro.
Che chiacchierone che sono e pensare che se dovessi rifare la critica scommetto che sconfesserei quello che ho detto, odio le tesi, le antitesi e le sintesi perchè è come cucire con un filo che passa tutti i buchi per tanti nodi ci fai sopra, alla fine ai sempre strappi da rammendare.

ciao

il 20/10/2004 alle 18:59

e saresti tutto e ogni cosa - partecipe della sofferenza dell'esistere, indugiante, esitante, sul travaglio della creazione - e in te tutta ricrei la fatica e gli scricchiolii di un'armonia lontana - nella linea del buio, il tuo canto è ancora luce - e ti indicherà sommesso il senso del tuo esserci.

il 20/10/2004 alle 19:19

Ave, luna, molto bella questa.

il 20/10/2004 alle 21:39

oltre che la pronda bellezza dei tuoi versi mi sono soffermato sui pregevolissimi commenti..intensi e raffinati come la tua poesia...
anh

il 20/10/2004 alle 22:13

e sulle tue rime mi cullo
come onda, come onda
che dal mare lieve
su di me si sprofonda..
...si sprofonda


:-))
al mio Hidalgo preferito..LUna

il 21/10/2004 alle 11:56

tu mi porgi con la tua ineuguagliabile irruenza e fantasia ,le visioni che sorgono chiare dall'alba dei tuoi occhi..e se domani ne dovessero essere l'antitesi, sarebbero un'antitesi coerente e fascinosa..come la tua grande anima di luce
:-)

il 21/10/2004 alle 12:01

e ci sarò sempre, la dove tramonta sole..e si spengono i canti nel mormorio del mare....

il 21/10/2004 alle 12:08

grazie,
besito
Luna

il 21/10/2004 alle 12:10

ti ringrazio anche per chi mi ha commentato!
:-))
holaaaaa Angelo

il 21/10/2004 alle 12:12

ma...se mi stai a commentare, come hai fatto a schiattare?
saludossssss
Luna

il 21/10/2004 alle 12:14