"Fui pianta
e venne un vento forte
e mi sradicò
e allora fui pietra
ancorata nel mare
scoglio
bianco di sale
dove la luna
di notte
riflette se stessa
e canta
la dolce canzone
dell'abbandono... "
Una poesia splendida, come tutte le tue, una metafora dolceamara del nostro essere uomini.
Un bacio grande a te, dall'hidalgo.
Miguel-hidalgo-de-la-luna.
sinceramente mi sembra d'averla già letta, comunque è una bella ballata dove il senso d'identificazione con la natura si sposa con sentimenti interiori sofferti, quel "ero" che si ripete ricalca maggiormente questa sensazione di un passato che non torna più anche se l'immedesimazione con la natura stessa avviene comunque, diversa è la collocazione spirituale, l'anima è maturata, quella ingenuità/semplicità che caratterizza appunto il passato fatica a determinarsi con la stessa intensità. Difficile è scindere l'esperienze dalle osservazioni dell'anima stessa, difficilissimo è passare "il guardiano della soglia" che è la personalità reale, concreta, terrena, quasi impossibile è "bilocare" lo spirito nelle assemblee delle creature di mondi, impossibile è ascoltare quando non si prova se stessi. L'ultima strofa è capitale, è il bandolo della matassa laddove nell'accettazione di ciò che ci battaglia il cuore permane come un sasso puro.
Che chiacchierone che sono e pensare che se dovessi rifare la critica scommetto che sconfesserei quello che ho detto, odio le tesi, le antitesi e le sintesi perchè è come cucire con un filo che passa tutti i buchi per tanti nodi ci fai sopra, alla fine ai sempre strappi da rammendare.
ciao
e saresti tutto e ogni cosa - partecipe della sofferenza dell'esistere, indugiante, esitante, sul travaglio della creazione - e in te tutta ricrei la fatica e gli scricchiolii di un'armonia lontana - nella linea del buio, il tuo canto è ancora luce - e ti indicherà sommesso il senso del tuo esserci.
oltre che la pronda bellezza dei tuoi versi mi sono soffermato sui pregevolissimi commenti..intensi e raffinati come la tua poesia...
anh
e sulle tue rime mi cullo
come onda, come onda
che dal mare lieve
su di me si sprofonda..
...si sprofonda
:-))
al mio Hidalgo preferito..LUna
tu mi porgi con la tua ineuguagliabile irruenza e fantasia ,le visioni che sorgono chiare dall'alba dei tuoi occhi..e se domani ne dovessero essere l'antitesi, sarebbero un'antitesi coerente e fascinosa..come la tua grande anima di luce
:-)
e ci sarò sempre, la dove tramonta sole..e si spengono i canti nel mormorio del mare....
ti ringrazio anche per chi mi ha commentato!
:-))
holaaaaa Angelo
ma...se mi stai a commentare, come hai fatto a schiattare?
saludossssss
Luna