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Pubblicata il 09/10/2004
La palude dell’ID

Sono io che costruisco i miei mostri
io lo sò di cosa sono impastati
come affiorano scuri
e si trascinano a riva della palude
proibita del mio ID
sempre io indico loro la strada dei sogni
quelli che l'alba non cancella
e la luce non dissolve
io so dove affondano i rostri infetti
di rabbia impotenza rassegnanzione
e conosco le catene di dubbio
con cui soffocano l'anima mia
scorticata e macilenta
so come mi raggiungono
seguendo le briciole di speranza rappresa
su impiantiti di mistica paura
trasformando in sgomento
ogni fremito della ragione
impedendo ad ogni illusione di arrampicarsi fuori
e fornendo ad ogni delusione
un ponte un dirupo una finestra
da scavalcare verso il buio.

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Mi piace la tua poesia, immagini che descrivono
i limiti della condizione umana...che ci contiene e ci accomuna.....
Bella introspezione rivelatrice di una bella persona....!
un caro saluto
marcella

il 10/10/2004 alle 00:11

Grazie Marcella per le tue parole.
Ciao
Sergio

il 11/10/2004 alle 08:58