La palude dell’ID
Sono io che costruisco i miei mostri
io lo sò di cosa sono impastati
come affiorano scuri
e si trascinano a riva della palude
proibita del mio ID
sempre io indico loro la strada dei sogni
quelli che l'alba non cancella
e la luce non dissolve
io so dove affondano i rostri infetti
di rabbia impotenza rassegnanzione
e conosco le catene di dubbio
con cui soffocano l'anima mia
scorticata e macilenta
so come mi raggiungono
seguendo le briciole di speranza rappresa
su impiantiti di mistica paura
trasformando in sgomento
ogni fremito della ragione
impedendo ad ogni illusione di arrampicarsi fuori
e fornendo ad ogni delusione
un ponte un dirupo una finestra
da scavalcare verso il buio.