S'affaccia la luna
tra i picchi scoscesi
mortale il pallore
che inonda
l'oscura vallata
lascio la tana
che odora soltanto di morte
radice d'un nero castello
le braccia levate
a ghermire la luna
il mantello che s'agita
alla gelida brezza
e mi sfiora
ho fame di vita
di rosso colore
di sogni rubati
e spegnere battiti al cuore.
Di strappare il calore
che io più non possiedo
e spezzare sorrisi d'amore
che mai
non ho avuto
una nuvola va
e copre
la pallida luce del cielo
il buio m'avvolge
in questo paradiso
mio nero
respiro il silenzio
e fremiti stanno pulsando,
rintocchi sento giù nella valle
dove ignara la preda
già dorme
il suo ultimo sonno
inizia la caccia
dal finale deciso
da un predatore
che morte
non ha
nemmeno
placato.